Finanziata la sperimentazione preclinica di nuovi farmaci inibitori delle LAM pediatriche

Finanziata la sperimentazione preclinica di nuovi farmaci inibitori delle LAM pediatriche

Fondazione Ginevra Caltagirone ha garantito, negli ultimi tre anni, ai progetti pediatrici presentati grazie a Fondazione Umberto Veronesi, un grande contribuito per il raggiungimento di importanti risultati per la cura delle leucemie mieloidi acute dei bambini.

Forte degli importanti risultati raggiunti in questo campo, ha con estremo piacere deliberato anche per l'anno 2015/2016 un nuovo finanziamento di 45.000 Euro per la prosecuzione del Progetto di Ricerca del Dott. Riccardo Masetti dal titolo:

SPERIMENTAZIONE PRECLINICA DI NUOVI FARMACI INBITORI DEL PATHWAY DI HEDGEGHOG IN CELLULE DI LEUCEMIA ACUTA MIELOIDE PEDIATRICA A CATTIVA PROGNOSI.

Il sequenziamento massivo di LAM pediatriche effettuato presso il laboratorio di Oncologia ed ematologia pediatrica grazie al finanziamento ottenuto dalla Fondazione Caltagirone ha permesso di definire un nuovo sottogruppo di LAM rappresentato dal 20% dei pazienti caratterizzato dall'anomalia citogenetica CBFA2T3-GLIS2. Studi preliminari hanno dimostrato che questo sottogruppo di LAM ha un profilo di espressione peculiare rispetto alle altre LAM con altre anomalie genetiche. Inoltre si è visto che questi pazienti hanno prognosi particolarmente infausta e un rischio maggiore di recidiva.

E' quindi la necessità di nuovi farmaci target altamente efficaci e specifici per questo sottogruppo di leucemie che rende l'esecuzione dello studio preclinico di fondamentale importanza per questo sottogruppo di LAM ad alto rischio per cui le alternative terapeutiche oltre ai chemioterapici convenzionali sono molto ridotte.

Sono stati condotti degli esperimenti preliminari, in particolare è stata saggiata l'efficacia di una serie di farmaci inibitori del pathway di Hedgehog su una serie di linee cellulari di LAM di cui una positiva alla lesione genetica CBFA2T3-GLIS2 di sicuro interesse. I primi risultati sono veramente promettenti. Infatti uno di questi farmaci, il GANT61, ha dimostrato un'incredibile efficacia e specificità nei confronti della linea cellulare positiva all'anomalia citogenetica in esame. L'esposizione al farmaco GANT61 provoca nella linea cellulare con mutazione di GLIS2 un'elevata mortalità e apoptosi già a basse concetrazione, risultando invece inefficace nelle linee di LAM negative per la lesione genetica GLIS2.

Pur essendo questi dei risultati preliminari si può comunque dire che ci sono tutte le credenziali e le prerogative per intraprendere questa sperimentazione farmacologica che potrebbe rappresentare una svolta nella cura di questo sottugruppo di LAM pediatriche ad alto rischio per le quali ad oggi non esistono terapie specifiche.

Obiettivo principale del progetto è la sperimentazione di inibitori del pathway di Hedgehog con saggi di vitalità cellulare, analisi del ciclo cellulare e dell'apoptosi in linee cellulari ma soprattuto su blasti leucemici di pazienti con e senza aberrazione cromosomica in esame dopo esposizione al farmaco.

Successivamente si analizzerà il pathway di espressione a valle di GLIS2 pre e post trattamento farmacologico e si determinerà la quantità totale di proteina GLIS2 attivo prima e dopo i trattamenti al fine di stabilire o confermare se il farmaco determini un'inibizione diretta del legame della proteina GLIS2 al DNA mediante Chromatin Immunoprecipitation.

Quindi si effettuerà uno studio in vivo su topi in cui sono state precedentemente inoculate cellule leucemiche portatrici della mutazione, verranno condotti saggi di vitalità cellulare, analisi del ciclo cellulare e apoptosi nelle linee cellulari e blasti di pazienti portatori della mutazione. I risultati verranno confrontati con linee cellulari e blasti di pazienti affetti da LAM negativi.

Durante il secondo semestre, verranno invece effettuati per la prima volta esperimenti di gene expression e Chromatin Immunoprecipitazion dopo il trattamento farmacologico per determinare se il farmaco GANT61 determini una sottoespressione dei geni regolati da GLIS2 che intervengono direttamente nel processo di leucemogenesi.

Questo studio farmacologico potrebbe avere importanti ricadute cliniche. Infatti, come già ricordato in precedenza i pazienti affetti da LAM e positivi alla lesione genetica CBFA2T3-GLIS2 hanno una prognosi particolarmente infausta e maggior rischio di recidiva. Inoltre il trattamento della malattia con chemioterapici convenzionali comporta effetti citotossici che sono in parte responsabili dell'insuccesso terapeutico. Fornire ad un clinico informazioni e dati sulla specificità di un farmaco verso l'aberrazione cromosomica in esame, permette a questo di impostare una eventuale terapia biologica mirata riducendo in questi pazienti la limitante tossicità dei chemioterapici convenzionali. Molti farmaci target di nuova generazione quali inibitori tirosin kinasici, anticorpi monoclonali, induttori della differenziazione cellulare e dell'apoptosi infatti non vengono comunemente impiegati nella terapia di prima linea per mancanza di informazioni circa la biologia della malattia.

L'esecuzione di questo studio potrebbe dare al clinico informazioni dettagliati circa l'efficacia e la specificità del farmaco in oggetto di questa sperimentazione preclinica che gli permetterebbe di impostare protocolli terapeutici personalizzati in grado indurre la remissione completa, limitare gli effetti citotossici e abbassare la probabilità di recidiva. Testare nuovi farmaci molecolari mirati significa sperimentare un nuovo modello di terapia cosiddetta "intelligente" perché arriva precisamente all'origine della leucemogenesi con la finalità ultima di migliorare la sopravvivenza globale dei pazienti pediatrici con LAM a prognosi particolarmente sfavorevole.

Questo studio rappresenta in un certo senso la conclusione di un percorso di ricerca che negli ultimi anni, grazie alla sensibilità ed all'aiuto della Fondazione Caltagirone ha dato un notevole contributo alla letteratura scientifica delle Leucemie Acute Mieloidi pediatriche. La sperimentazione preclinica di un nuovo farmaco specifico per questa anomalia citogenetica significherebbe poter curare in modo più efficace e meno tossico un sottogruppo di LAM che è caratterizzata da una prognosi particolarmente infausta e per cui oggi l'unica opzione terapeutica efficace è il trapianto di midollo osseo.